Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XVIII – 09 ottobre 2021.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

Felicitazioni per il Premio Nobel a Giorgio Parisi da parte della Società Nazionale di Neuroscienze BM&L-Italia. Abbiamo conosciuto gli studi sui sistemi complessi di Giorgio Parisi quando abbiamo adottato l’approccio della teoria matematica della complessità allo studio del cervello, introdotto in Italia dal Premio Nobel Gerald Edelman e dal suo collaboratore Giulio Tononi al corso Morfology and the Mind presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, cui prese parte il nostro presidente Giuseppe Perrella.

Le nostre sincere congratulazioni non hanno nulla della formalità convenzionale accademica, perché siamo davvero felici di poter indicare un modello attuale ai tanti giovani che comprendono il valore della ricerca scientifica e desiderano dedicare la loro vita a un’impresa di conoscenza, con il fine prioritario di acquisizione di sapere.

In occasione dell’assegnazione a Giorgio Parisi in condivisione con Sykuro Manabe e Klaus Hasselmann del Premio Nobel per la Fisica 2021, ci piace ricordare un episodio recente. Il 4 marzo avevamo appena commentato l’importanza del lockdown nel calo di contagi registrato in Gran Bretagna, quando Giorgio Parisi nella trasmissione televisiva di La7 “L’aria che tira” spiegò, dati alla mano, che il lockdown e le misure restrittive, impedendo ai portatori del virus di contagiare i sani, avevano avuto un ruolo maggiore della vaccinazione nella drastica riduzione di casi registrata in Inghilterra, suscitando il dissenso non informato e ragionato dell’infettivologo Bassetti. Ne nacque uno scontro verbale in cui il Premio Nobel disse: “Io so leggere i dati, forse non ha sentito bene cosa ho detto”. Grave, per noi, l’atteggiamento di Bassetti: è ovvio che tra il proteggersi con una sola dose di vaccino e l’evitare del tutto l’incontro col virus la seconda opzione è la più efficace, ma Bassetti negava la realtà per adesione ideologica alla scelta del nostro governo di non ricorrere più al lockdown. Avrebbe dovuto invece onorare il criterio logico e scientifico – oltre che di mero buonsenso – appreso negli studi medici, accettando la realtà e poi sottolineando l’importanza della vaccinazione.

Abbiamo già sentito molti nei media accostare il Nobel di Parisi, tra l’altro membro della National Academy of Science USA, ai risultati ottenuti quest’anno dall’Italia alle Olimpiadi e nel calcio al Campionato d’Europa, e comprendiamo questa lettura in termini di orgoglio nazionale inteso come appartenenza identitaria, ma ci piace sottolineare l’aspetto di prossimità, dato dall’essere Italiano come noi, di una persona che ha fatto di logica, ragione e buon senso il faro della propria esistenza.

In una realtà in cui attraverso il web si diffondono nel mondo in tempo reale con espansione esponenziale le falsità, le insensatezze e le menzogne antiscientifiche trasmesse incessantemente da gente che mira alla nihilistica distruzione del patrimonio di conoscenza umana, attentando al buon senso e all’uso della ragione, prima ancora che all’interpretazione dei valori millenari di una civiltà, richiamare l’attenzione sul senso dell’impiego dell’intelligenza secondo logica e verifica razionale, può contribuire a risvegliare le coscienze dal torpore dell’assuefazione ad ammettere il falso accanto al vero come se fosse espressione di una gamma di merci in vendita.

Come Parisi stesso ha dichiarato in un’intervista poco dopo aver ricevuto la notizia del conferimento del Nobel, dalle difficoltà dell’epoca contemporanea si esce con più scienza. [BM&L-Italia news, ottobre 2021].

 

Nei bipolari con frequenti episodi di eccitazione è più rapida l’involuzione corticale. I pazienti affetti da disturbo psicotico bipolare che hanno un maggior numero di episodi di eccitazione maniacale vanno incontro più rapidamente a un processo di riduzione di spessore della corteccia cerebrale prefrontale. In questi pazienti sono stati rilevati anche altri segni di maggiore involuzione atrofica corticale, quale l’aumentato volume dei ventricoli cerebrali.

Lo studio, condotto presso il Karolinska Institutet (Svezia), ha raccolto i dati di risonanza magnetica nucleare (MRI) provenienti da 14 centri di diagnosi e cura, realizzando il campione di maggiori dimensioni (1.232 volontari di cui 307 bipolari) mai impiegato in indagini sugli sviluppi strutturali del disturbo bipolare. Nel corso del tempo, nei pazienti bipolari si rilevano cambiamenti marcati rispetto alle persone sane in tre strutture dell’encefalo: ventricoli cerebrali, giro fusiforme e corteccia paraippocampale. Le due formazioni corticali sono implicate in importanti processi di riconoscimento e memoria.

Noi osserviamo che i pazienti del campione erano generalmente in trattamento con litio e, dunque, non è escluso che questo esito si possa in parte o in toto attribuire a questo particolare trattamento farmacologico, sul quale ci siamo espressi numerose volte nel corso degli anni. [Cfr. Christoph Abé et al., Biological Psychiatry – AOP doi: 10.1016/j.biopsych.2021.09.008, 2021].

 

Nell’Alzheimer trovato un indice più fedele del declino di memoria di quelli attuali. Mediante la tomografia ad emissione di positroni (PET), la risonanza magnetica nucleare (MRI) e l’analisi del fluido cerebrospinale in un gruppo di 282 partecipanti (MCI, demenza di Alzheimer e controlli), 213 dei quali monitorati per la memoria episodica nel corso di 3 anni, Marco Bucci e colleghi hanno accertato e dimostrato che l’accumulo della proteina tau misurato con la PET è un indicatore prognostico più sensibile e ed efficace del declino cognitivo causato dalla degenerazione alzheimeriana. Infatti, l’accumulo di placche amiloidi e i contrassegni molecolari liquorali (CSF biomarkers) sono risultati molto meno precisi, affidabili e significativi. [Cfr. Marco Bucci, et al., Molecular Psychiatry – AOP doi:10.1038/s41380-021-01263-2, 2021].

 

Smentito il maggior rischio di demenza con l’ormonoterapia per la menopausa. Contrariamente a quanto da molti ipotizzato e ritenuto, un nuovo studio ha dimostrato che la HRT (hormone replacement therapy) non è associata ad accresciuto rischio di sviluppare demenza, indipendentemente dal tipo di ormone, dalla dose assunta e dalla durata del trattamento. Yana Vinogradova e colleghi hanno pubblicato i risultati prima della stampa sul British Medical Journal online in questi giorni. [Cfr. Vinogradova Y., et al. BMJ – AOP doi: 10.1136/bmj.n2182, 2021].

 

La psilocibina, psicodislettico allucinogeno, altera la percezione della musica. Sperimentata come farmaco in grado di alterare la coscienza negli ammalati di cancro terminale e attualmente in sperimentazione per i suoi effetti antidepressivi, la psilocibina, alcaloide estratto dai così detti “funghi sacri” o “funghi magici”, insieme con LSD (dietilammide dell’acido lisergico), peyotl e mescal (mescalina) fa parte delle cosiddette “droghe allucinogene” diffuse tra gli hippies negli anni Settanta (droghe psichedeliche) e poi periodicamente reintrodotte dagli spacciatori fino a questi giorni. In uno studio al quale è stata dedicata da Ludovica R. Poggi una recensione che invitiamo a leggere (Note e Notizie 09-10-21 Problematico uso terapeutico della psilocibina che altera la percezione della musica) si dimostra l’alterazione della risposta emozionale alla percezione della musica e si auspica l’impiego antidepressivo di questo allucinogeno anche per questa proprietà. [BM&L-Italia news, ottobre 2021].

 

Il ruolo della separazione tra scienza e fede nella nascita della civiltà moderna. Un visitatore del sito, che ha letto e apprezzato la sedicesima parte di “Specchio della psiche e della civiltà”, dopo aver fatto i complimenti per la trattazione delle questioni legate alla scoperta della legge oraria del moto e per la ricostruzione del complotto ordito dalla “Lega dei Colombi” ai danni di Galileo Galilei, ci chiede se noi e il nostro presidente concordiamo con questa sua affermazione: “Credo si possa dire che con la separazione tra sapere religioso e sapere scientifico nasca la civiltà moderna”.

Sintetizzando l’opinione del presidente che noi redattori delle note condividiamo, la separazione ha sicuramente rappresentato un progresso culturale notevole, a fronte di una distinzione di oggetto tra indagine logico-empirica e riflessione metafisica sempre latentemente presente nella cultura occidentale; tuttavia, è difficile concordare sulla nascita di un’intera civiltà da questa separazione, sia perché la storia documenta un vasto ed eterogeneo elenco di fattori che hanno contribuito a conferire all’Età Moderna la sua fisionomia, sia perché la completa separazione appare come un processo lungo, complesso e problematico, che non sembra essersi compiuto quando Darwin, dopo aver enunciato la sua teoria dell’origine dell’uomo per evoluzione dai primati, attacca la metafisica e ne denuncia l’inconsistenza sulla base di una totalizzazione scientista dell’ontologia. [BM&L-Italia news, ottobre 2021].

 

Imparare a scuola la distinzione tra opinione e scienza per combattere l’imbarbarimento culturale. Prendendo le mosse dalla chiara illustrazione di Galileo Galilei del senso del metodo scientifico e dell’oggetto della conoscenza scientifica discussi dal nostro presidente, in seno alla nostra società scientifica si è sviluppata una discussione sulla necessità di un insegnamento scolastico diretto a sollecitare l’effettiva comprensione concettuale del particolare e specifico operare della scienza e del suo produrre conoscenza in base ai risultati di esperimenti verificabili e di ragionamenti altrettanto offerti alla verifica logica. Questo è il punto cruciale, perché oggi si sente troppo spesso porre sullo stesso piano nozioni scientifiche e idee originate arbitrariamente da preferenze, intuizioni o, peggio, da pregiudizi.

Si assiste troppo spesso all’applicazione del paradigma politico-mediatico della rispettabilità di ogni tesi, originato dal principio democratico di uguaglianza delle diverse istanze sociali, come fosse un principio di logica universale da applicare ad ogni aspetto del pensiero e della vita umana.

Si può essere tutti d’accordo che siano da rispettare tutte le opinioni, ma la scienza, distinta già da Platone senza rischio di dubbio dall’opinione, consiste di fatti percepiti dai sensi, che di per sé rientrano nella realtà, e non di idee fondate su altre idee o strutture di pensiero. Il vero della scienza può essere confutato con risultati opposti ottenuti sempre col metodo scientifico, ossia il rinvenimento di una realtà empirica diversa emersa adoperando una diversa procedura, cambiando dei criteri o dei modi, ma in ogni caso ottenendo un’evidenza percettiva o logica!

Come si può venire fuori da due generazioni di nebbie mentali create da un quarantennio di dibattiti televisivi in cui si è sistematicamente ammesso per par conditio (politica) l’idiozia di porre sullo stesso piano elementi di conoscenza e idee basate su preferenze arbitrarie o negazioni della realtà?

La nostra proposta è insegnare esplicitamente a scuola ciò che il buon senso dovrebbe consentire a ciascuno di includere nei propri criteri di giudizio, secondo quelle facoltà innate che in psicologia dello sviluppo si descrivono a volte come “logica naturale”. Infatti, il porre sullo stesso piano i fatti della realtà e le espressioni arbitrarie di desideri che le cose stiano in modo opposto, presentate come apodittica verità dogmatica – che non è consentito sottoporre a vaglio razionale, così come hanno fatto i loro sostenitori – non è altro che chiedere di rinunciare alle capacità logiche e razionali elementari, espresse dal patrimonio intellettivo in possesso di tutte le persone normodotate.

Senza affrontare qui le ragioni psicologiche non coscienti e l’influenza esercitata sulle masse da alcune tendenze psicopatologiche all’origine del proselitismo spesso fanatico ottenuto da idee del tutto irrazionali, crediamo che l’effetto di una precoce “coscientizzazione” del problema attraverso l’insegnamento scolastico potrà per lo meno ridurre gli attuali fenomeni di cooptazione esponenziale via web e le fortune mediatiche dei terrapiattisti, dei no-vax, dei complottisti universali, degli “odiatori irriducibili di categorie di persone”, di coloro che sostengono che l’arrivo sulla Luna sia stato solo una montatura televisiva e fotografica, dei militanti di movimenti che attribuiscono alla scienza la responsabilità dell’uso politico perverso delle sue applicazioni industriali, e via di seguito. [BM&L-Italia news, ottobre 2021].

 

Notule

BM&L-09 ottobre 2021

www.brainmindlife.org

 

 

 

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